Agriturismo Polisena
L'utilizzo di prodotti ecocompatibili, bio interruttori, controllo e neutralizzazione del gas radon, arredi privi di sostanze tossiche quali isocianati e formaldeide ecc, tessuti naturali, materiale isolante e termoacustico in fibra di legno. Tutto questo ha permesso di ottenere oltre che l'attribuzione della classe A+ Cened, la prestigiosa certificazione Climahotel dell’ente autonomo della provincia di Bolzano agenzia Casaclima. La Polisena risulta così la prima struttura agrituristica in Italia (e la prima struttura ricettiva in genere in Lombardia) ad aver ottenuto questa certificazione, che soddisfa il rigido protocollo nei tre capisaldi: “vita, natura, trasparenza“.
L'origine
Il complesso, antica proprietà monastica, risale ai primi del ’700 e presenta le caratteristiche del tipico cascinale agricolo lombardo; altre costruzioni della medesima tipologia punteggiavano il versante a mezzogiorno delle colline a corona dell’abitato di Pontida, quasi a guardia dei terreni plasmati nei secoli e dedicati alle coltivazioni, fra le quali primeggiava la viticoltura. La Polisena sorge alla sommità, godendo così di un panorama a perdita d’occhio, già in origine contornata dei vigneti ora reimpiantati. L’idea della sua rinascita, dopo che passata per vari proprietari sino a essere destinata negli anni 60 a colonia estiva e sede di comunità di recupero, ci ha colto come il naturale desiderio di riportare alla sua originaria destinazione l’edificio ormai fatiscente. Da ciò l’inizio del progetto, che si fonda sugli gli stessi principi che caratterizzano la produzione vinicola biologica Tosca: anche in Val San Martino, ultimo lembo ad ovest della Valcalepio, la DOC di Bergamo, doveva prendere vita una realtà a misura d’uomo, ecocompatibile, rispettosa dell’ambiente e del benessere completo della persona e che utilizzasse solo fonti energetiche rinnovabili. Polisena “L’altro Agriturismo”.
Il restauro
Per prima cosa ci si è posti l’obbiettivo di preservare, quale memoria storica, i quattro ambienti voltati; perciò la demolizione delle parti irrecuperabili si è effettuata completamente a mano. Questo ha permesso di conseguenza il recupero di manufatti poi riutilizzati nei restauri (travi e capriate in legno di rovere, architravi, scale e particolari in pietra, pavimentazioni in cotto, inferriate, chiavi e tiranti). Le volte, ripulite e “scaricate”, sono state oggetto di una attenta opera di consolidamento e isolamento con prodotti naturali e assieme a tutto il perimetro dell’edificio, si è provveduto mediante palificazioni e berlinesi, alla messa in sicurezza strutturale. Per la ricostruzione si è privilegiato l’utilizzo di materiali locali (arabescato orobico, legname certificato FSC, ardesia, pietre per la costruzione di muri a secco e rivestimenti).
LA STRUTTURA è il fulcro del progetto, attorno alla quale hanno preso forma soluzioni innovative originali, che hanno assicurato performance tecniche sfociate nella prestigiosa certificazione in seguito illustrata. Il legno naturale che costituisce il pannello XLAM , privo di sostanze tossiche, con assoluta garanzia di origine e di gestione rinnovabile delle risorse forestali, combinato con un sistema cappotto ad altissime prestazioni, assicura incredibili valori strutturali e isolanti termoacustici, nonché di resistenza al fuoco e antisismici; con questo prodotto si sono realizzate le pareti portanti, le solette e la struttura in copertura.
GLI IMPIANTI sempre con un occhio di riguardo alla compatibilità ecologica delle soluzioni e materiali utilizzati, rappresentano il motore dell’edificio: l’obbiettivo è l’autosufficienza gestionale garantita dall’uso di sole fonti rinnovabili: geotermia, pannelli fotovoltaici, solare termico e autoproduzione di acqua calda sanitaria con combustione a legna, hanno garantito il suo raggiungimento; i picchi di consumo sono coperti dalla linea elettrica convenzionale compensata dalla scambio sul posto di energia.